Uno spettacolo indecente e blasfemo quello andato in onda ieri sera in apertura di Sanremo. Uno spettacolo di fronte al quale avremmo dovuto cambiare canale per manifestare il nostro dissenso verso una televisione che non rispecchia più i nostri valori.
Il Festival della canzone italiana si è aperto con l’esibizione di Achille Lauro, che si è presentato sul palco a torso nudo, sbeffeggiando il rito del battesimo cattolico e il giorno che tradizionalmente viene dedicato al Signore. Domenica, questo il titolo del brano, sfrutta la musicalità del coro gospel ma nelle parole e negli atteggiamenti è un attacco diretto e lesivo alla religione cristiana e della dignità umana.
È impensabile che il servizio pubblico, finanziato con i soldi dei cittadini, scenda a un livello così infimo permettendo uno spettacolo che è un offesa ai milioni di credenti presenti nel nostro Paese, che ancora una volta hanno visto la loro fede insultata e derisa.
È sconcertante assistere alla pericolosa deriva culturale che sta invadendo la nostra società e i nostri media, minacciando soprattutto i più giovani. Qualcuno si appella alla libertà di espressione, parla di arte, ma un vero artista sa che quando si ha veramente qualcosa da dire non è necessario gridare per attirare l’attenzione. Non serve provocare e dissacrare.
Sarebbe facile scaricare tutta la responsabilità sul cantante, ma i vertici della Rai non sono esenti da colpe. Ci si sarebbe aspettata oggi una presa di posizione da parte della presidente Marinella Soldi, invece sembra che non abbia niente da dire ai sette milioni di cattolici praticanti che vanno a messa tutte le domeniche e che pagano il canone, per poi vedersi insultati in prima serata durante la manifestazione canora più seguita d’Italia.
D’altronde, Gesù ci insegna che bisogna porgere l’altra guancia. Cosa sarebbe accaduto se, anziché offendere la religione cristiana, fosse stata insultata quella musulmana?