Sbarchi quadruplicati e procedure di rimpatrio ferme al palo. Si apre così il 2022 dell’Italia, con il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese impegnata a promuovere progetti sociali piuttosto che a fronteggiare l’emergenza migranti che prosegue indisturbata.
Le partenze dalle coste libiche e tunisine aumentano e con esse anche il numero di morti in mare. L’ultimo episodio è quello del gommone di migranti diretti a Lampedusa che è stato speronato in acque internazionali da un peschereccio libico. Tre il bilancio dei morti.
Il “cimitero del Mediterraneo” di cui parla Papa Francesco ha accolto così altre tre persone, vittime della disperazione e delle mancanza di politiche nazionali ed europee serie volte a contrastare il fenomeno della tratta di immigrati.
All’11 febbraio le persone sbarcate clandestinamente in Italia da inizio anno erano 3.155. Il numero è più che decuplicato rispetto al 2019, quando, alla stessa data, gli stranieri arrivati erano soltanto 215 e il ministro degli Interni era il tanto bistrattato Matteo Salvini.
Con la Lamorgese al Viminale le cose sono andate peggiorando di anno in anno. Il 2022 ha già superato il 2021, anno di approdi da record che, all’11 febbraio, aveva fatto registrare 2.233 sbarchi. Erano stati 1.777 nel 2020.
A ridosso del primo anniversario dell’insediamento del governo Draghi i dati appaiono emblematici. Il problema, tuttavia, non riguarda soltanto gli sbarchi ma anche la mancanza di una solida politica di rimpatri che il premier aveva promesso al momento del suo insediamento.
Le riforme dovevano essere attuate in sinergia con i Paesi di provenienza dei migranti ma il governo, con Luigi Di Mario agli Esteri, si è rivelato incapace di stringere accordi. E dall’Europa fanno orecchie da mercante. Così, le procedure di rimpatrio sono bloccate i trafficanti di essere umani hanno ricevuto il via libera. Il risultato è che ci siamo trovati con un numero di clandestini spropositato.
E mentre gli sbarchi aumentano, arrivano notizie come quella, trapelata nei giorni scorsi, di un gruppo di sei egiziani che, nell’hotspot di Lampedusa, si sono resi colpevoli di omicidio e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Forse, più che dedicarsi all’ “orchestra del mare”, la Lamorgese dovrebbe pensare a un modo per bloccare le partenze e dare, in questo modo, un duro colpo ai trafficanti che navigano indisturbati il Mediterraneo.