petteri orpo

La nuova carica delle destre europee

La destra conquista ampie fette di elettorato, relegando la sinistra a un ruolo sempre più marginale all’interno del contesto politico attuale. Dopo l’ascesa del governo Meloni in Italia, i conservatori di tutta Europa stanno ufficialmente suonando la carica, dalla Finlandia alla Bulgaria. Vincono e convincono i cittadini che ripongono in loro grandi speranze per il futuro incerto che ci troviamo a vivere soprattutto a causa del conflitto in Ucraina.

La vittoria dei partiti conservatori in Finlandia e Bulgaria delinea un pensiero unico: la sinistra non dà più certezze neanche in Europa, è poco affidabile, distaccata dalla realtà che dovrebbe amministrare e non si occupa delle esigenze primarie dei cittadini che dovrebbe servire. Il caso più eclatante è probabilmente quello finlandese. Sanna Marin è stata lodata in lungo e in largo dall’establishment europeo: giovane, brava, di bell’aspetto. Insomma, sembrava avere tutto per essere una vincente nata. L’illusione c’era stata, soprattutto nel momento in cui è iniziata l’invasione russa in Ucraina. Ha preso le redini del suo Paese e ha detto chiaro e tondo che la Finlandia avrebbe dovuto mobilitarsi per difendere il suo lunghissimo confine con la Russia. Ha addirittura portato la Finlandia nella Nato, passaggio storico che dovrebbe avvenire proprio questo pomeriggio. Nonostante ciò, però, alle elezioni il partito socialdemocratico di Sanna Marin si rivela un gigantesco flop. Non solo viene battuta dal partito conservatore di Petteri Orpo – che con tutta probabilità sarà il nuovo premier finlandese – ma finisce addirittura terza nei risultati. I sondaggi quindi avevano sbagliato: la Coalizione di destra sì era favorita ma è andata oltre le aspettative ed ha affossato Marin che a questo punto gode di grande popolarità più all’estero che nel suo Paese.

Contemporaneamente alla Finlandia, anche la Bulgaria vota per la destra rappresentata da Cittadini per lo Sviluppo Europeo della Bulgaria (GERB) guidato da Boyko Borisov. A differenza del paese scandinavo, qui la situazione è ancora in bilico dato che non è stata una vittoria schiacciante e per governare al meglio Borisov probabilmente dovrà stringere alleanze. Sebbene però Borisov sia stato contestato in piazza dai cittadini, si ritrova sempre ad essere il leader che viene prescelto dagli elettori.

In questa tornata elettorale europea, infine, non si può escludere anche l’Italia e più precisamente il Friuli Venezia-Giulia chiamato alle urne per confermare il mandato a Fedriga o spodestare la giunta uscente. I friulani hanno votato praticamente all’unanimità e Massimiliano Fedriga, appartenente alla Lega di Salvini, si riconferma alla guida della regione con oltre il 60% dei consensi. Successo schiacciante che sottolinea il buon lavoro portato avanti in questi anni, il pugno fermo adottato nelle decisioni più ostiche (specialmente durante la pandemia) e la popolarità anche a livello nazionale che è riuscito a costruirsi. La vittoria di Fedriga, inoltre, rispedisce nell’anonimato il Partito Democratico che si porta a casa l’ennesimo fallimento accompagnato dagli immancabili compagni del Movimento 5 Stelle.

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