…E poi arriva Pasqua, campane che danzano, bimbi con il muso imbrattato di cioccolato, organizzazione del pranzo e la festa è già in onda! Cosa resta di questo giorno senza la Quaresima, senza il triduo vissuto anno dopo anno, senza un macigno srotolato nella nostra vita?
Da piccola preferivo il Natale alla Pasqua, i preparativi erano un gioco meraviglioso; la Pasqua arrivava all’improvviso dopo quaranta giorni di fioretti, di penitenza e finiva come le sorprese dell’uovo di cioccolato, tante aspettative e poi il solito giochino che abbandonavo dopo pochi minuti. Oggi, da adulta, Pasqua è uno slancio, il decollo verso un nuovo cielo, l’inizio di un nuovo capitolo della vita. Vivere da Risorti è un’esperienza che comprendi solo dopo essere morta, dopo aver portato sulle spalle e nel cuore il peso della croce, vivere da Risorti è nascere ad una vita che hai perso per trasfigurarla in una che, senza saperlo, hai vinto.
Si risorge solo se lo si desidera veramente, si risorge solo se ti affidi con tutta te stessa al Dio della vita, si risorge solo se scegli di vivere nella certezza della speranza che è Cristo. Il mio Cristo è nei clochard di cui mi prendo cura, negli uomini e nelle donne che incontro nelle missioni umanitarie nelle periferie del mondo, nei bambini che mi chiedono di giocare, nei collaboratori con cui condivido il mio lavoro, nella mia anziana nonna, nei miei familiari, in mio marito e nei miei bambini. Cristo è nelle persone che incontro e per questo le prendo a cuore, dedico loro il mio tempo perché c’è una forza in me che mi spinge a camminare nella luce, nella speranza che la Pace è possibile se viviamo da Risorti.
Papa Francesco ci invita a trasformare le ferite in speranza, a fare i conti con noi stessi per liberarci del superfluo, a condividere la vita senza accumulare beni materiali che ci impediscono di correre verso il bene. Basta cominciare a spostare gli occhi dai telefonini e guardare i volti che camminano al nostro fianco per riscoprirci sulla strada di Emmaus in compagnia del Risorto!